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Per Donald Trump la Casa Bianca non è più un miraggio

La battaglia per la presidenza degli Stati Uniti, giacché per toni e pulsioni di battaglia trattasi e non di ordinaria campagna elettorale, è solo apparentemente già decisa in favore di Hillary Clinton.

L'impressione che possa finire diversamente non è dovuta esclusivamente alla faccenda delle mail della candidata democratica. Già nell'ultima settimana il divario con Trump si stava assottigliando sensibilmente, anche se i vari sondaggi condotti da una miriade di istituti forniscono indicazioni sostanzialmente molto diverse. Si va dai 12 punti di vantaggio per la Clinton di un paio di giorni fa fino a un risicato vantaggio per Trump.

Trump pare comuqnue in rimonta, e anche visibilmente, percepibilmente. Se sempre bisogna ricordare il vecchio adagio "piazze vuote urne piene, piazze piene urne vuote", negli appuntamenti elettorali le folle per il candidato repubblicano paiono parecchio più numerose, con proporzioni anche da quattro a uno rispetto ai supporters democratici. Trump, dopo due settimane nere seguite allo scandalo della conversazione sul pullman con pesanti riferimenti sessuali nei confronti delle donne, sembra aver superato il momento più critico, e l'impatto delle recente riapertura delle indagini Fbi a danno della Clinton potrebbe costituire per il miliardario newyorkese una spinta forse sufficiente per aggiudicarsi la Casa Bianca. Sui social, tra l'altro, e il particolare non è trascurabile, la sua capacità di trascinamento pare sensibilmente superiore a quella di Hillary.

Non si tratta di certezze, che ovviamente non esistono e non esisteranno fino allo spoglio dei voti reali. Ma di indicatori: che via via, giorno dopo giorno, cominciano a costituire per l'ex first lady un campanello d'allarme sempre più severo. La controffensiva democratica, indovinata, ha individuato come risposta una corale chiamata alle armi in suo favore, con in prima linea Michelle Obama, lo stesso presidente uscente, e l'ex rivale democratico alle primarie, Bernie Sanders, molto amato, rispettato e popolare.

Sarà, fino all'8 novembre, una battaglia tesissima, una vera e propria guerra. Tuttavia, se Trump riuscirà a non incappare in altri disastri come la conversazione sul pullman, a questo punto le sue chances di diventare il prossimo presidente aumentano sensibilmente. La Casa Bianca, per lui, mai come ora non è più un miraggio. E le mail di Hillary c'entrano, sì: ma solo fino a un certo punto.

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