Zelensky sbarca all’Onu: «Aiutateci»
Ma il Sud del mondo chiede attenzione

di Viviana Mazza

Il leader per la prima volta all’Assemblea generale. Guterres prova a mediare sul grano

Zelensky sbarca all’Onu: «Aiutateci»

DALLA NOSTRA CORRISPONDENTE
WASHINGTON — Per la prima volta dall’invasione russa dell’Ucraina, Zelensky parteciperà oggi di persona all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Il leader ucraino parlerà poco dopo Joe Biden, a presidenti, premier e monarchi di 145 Paesi: spiegherà perché la guerra deve avere «una fine giusta» — come ha anticipato dal suo portavoce — e che «può essere accelerata se ci sarà una quantità sufficiente di armi per l’Ucraina». Al Consiglio di sicurezza, mercoledì, Zelensky si troverà seduto allo stesso tavolo con il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov, dopo aver definito Putin in un’intervista con la Cbs «un secondo Hitler» che rischia di trascinare il mondo in una Terza guerra mondiale.

Prima di recarsi giovedì a Washington, per un bilaterale con Biden e poi al Congresso dove alcuni repubblicani sono restii a concedere nuovi aiuti, la tappa all’Onu è un’occasione per rivolgersi ai Paesi del Sud globale (tra i bilaterali c’è quello con il brasiliano Lula), che vogliono la fine della guerra e attenzione alle loro priorità, dalla povertà alle diseguaglianze. Biden è ben consapevole di questa tensione — ha detto ieri ai giornalisti il portavoce John Kirby — per questo il suo discorso di oggi sarà centrato sulla «sovranità e integrità territoriale dell’Ucraina», sul multilateralismo ma anche sugli sforzi necessari per lo sviluppo del Sud globale, dai cambiamenti climatici alla sicurezza alimentare e alla riforma «inclusiva» di istituzioni multilaterali come il Consiglio di sicurezza dell’Onu, la Banca Mondiale e il Fondo monetario internazionale.

Ma Biden sarà l’unico leader presente tra i cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza. Pesano non solo l’assenza di Xi Jinping e Vladimir Putin, ma anche quelle del britannico Rishi Sunak e del francese Emmanuel Macron (l’uno per problemi nei sondaggi, l’altro per una visita di Re Carlo III).

Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, sta cercando di mediare: un summit sugli Obiettivi di sviluppo sostenibile, un altro sul clima, e intanto incontri bilaterali con Zelensky, Erdogan e Lavrov per il ritorno all’accordo sul grano abbandonato dalla Russia. «Mosca usa il cibo come arma», ha detto la ministra degli Esteri francese Catherine Colonna.

Ma sul grano ucraino è scontro all’interno della Commissione europea, che venerdì scorso ha disposto la revoca delle restrizioni alle esportazioni dei cereali agricoli ucraini in Bulgaria, Polonia, Slovacchia, Ungheria e Romania; però tre di essi (Polonia, Ungheria e Slovacchia) hanno rifiutato di revocarle, e Kiev ha annunciato che li citerà in giudizio presso l’Organizzazione mondiale del commercio. Gli americani non vogliono che il fronte europeo si spacchi: «Siamo in dialogo con gli alleati — ha detto Kirby — nel rispetto della sovranità di ciascuno».

A margine dei summit, il segretario di Stato Usa Antony Blinken ha visto il vicepresidente cinese Han Zheng ieri, ultimo di una serie di incontri nella speranza di ristabilire i canali di comunicazione, anche a livello militare, e di fissare un incontro Biden-Xi che «non è ancora in agenda», spiega Kirby. Ma Han ha un ruolo cerimoniale mentre Wang Yi, il ministro degli Esteri, ha preferito recarsi a Mosca, dal suo omologo Lavrov e ha elogiato la «cooperazione strategica» tra i due Paesi e il loro impegno per un «mondo multipolare» e un «ordine mondiale più giusto». Papa Bergoglio si è collegato in remoto con Bill Clinton per un evento della Clinton Global Initiative: «No alla guerra. Che si torni al dialogo, alla diplomazia», ha ripetuto, sottolineando le cure ricevute all’ospedale Bambino Gesù da duemila bambini ucraini, ma invitando anche a non dimenticare l’urgenza della lotta ai cambiamenti climatici.

18 settembre 2023 (modifica il 18 settembre 2023 | 22:26)